Che cosa rimane di un’esperienza? Tempo e realtà, propone un possibile dialogo tra diversi saperi su alcune questioni centrali della clinica e il loro
rapporto con la storia e le storie individuali. L’intento è quello di mettere in gioco le varie dimensioni temporali implicate nei processi di significazione e risignificazione di un’esperienza. Il volume raccoglie alcuni seminari tenutisi durante la pandemia e organizzati dall’Associazione Fiorentina di Psicoterapia Psicoanalitica (AFPP). La fotografia di un’epoca in sospensione, ferma, si compone attraverso una serie di riflessioni e dialoghi tra psicoterapeuti, psicoanalisti e autori provenienti dalla filosofia e dalla letteratura, che affrontano alcuni temi centrali della ricerca psicoanalitica, come il trauma, le fasi precoci o “premature” dell’esistenza e le difese, esplorando l’area al confine tra il potenzialmente pensabile e l’impensabilità.
Tra teoria e clinica, tra angosce paralizzanti e potenzialità infinite, tra l’interpretazione in letteratura dell’esperienza vissuta e la speculazione filosofica sul vivente, tra temporalità, nella sua articolazione di presente, passato, futuro, e realtà interna/esterna. I lavori provano a indagare su che cosa si inscriva nel soggetto di un’esperienza, in particolare di un’esperienza traumatica, e delle sue dimensioni temporali, ma rimandano anche a quando tutto questo non accade, ovvero all’iscrizione parziale o fallimentare.