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I relatori si confronteranno con la complessità del concetto di tempo, entrando negli
affascinanti e misteriosi temi intrecciati ad esso per restituire, in un’ottica interdisciplinare, la dimensione temporale nelle sue varie accezioni. Il dialogo prenderà forma
a partire da alcune domande: “che cos’è il tempo?”; “Di che cosa è fatto?”; “Esiste di
per sé o deriva da altre entità?”; ed ancora “la sua natura è fisica, oggettiva, oppure
è soggettiva, prodotto di una costruzione della mente?”. Non è facile afferrare
l’“essenza” del tempo e così, quando si intraprende la riflessione sul suo scorrere altri
interrogativi emergono: “divenire e tempo sono dimensioni sovrapponibili in un qualche modo?”; “E’ dunque il cambiamento il fenomeno che testimonia la natura del
tempo?”. Tali quesiti si sposteranno nella stanza d’analisi, animati dall’idea che addentrarsi nel mistero del tempo, potrebbe significare addentrarsi nella capacità del
soggetto di riflettere su sé stesso ed interrogarsi sulla propria esistenza. In tal senso,
si porrà attenzione al tempo come il cuore di ogni intervento analitico. La cura analitica può dunque essere intesa non solo come un focus privilegiato per osservare le diverse dimensioni temporali e le costruzioni soggettive che ne risultano, ma anche come “laboratorio temporale” in cui la coppia analitica può mettere mano alla temporalità nella sua triplice dimensione di passato, presente e futuro. Il filo rosso che collega i vari momenti del lavoro del convegno è sotteso dal seguente interrogativo:
“l’intreccio tra passato, presente e futuro può essere considerato come indicatore
della qualità creativa del soggetto?”